Hatha yoga corpo/mente

Il corpo è legato alla mente ed essa è legata al corpo come l’unghia alla carne.
Anche la più sottile emozione/sensazione astratta è legata al corpo. Tutto ha bisogno di un corpo per manifestarsi. Anche il suono ha bisogno di un corpo per manifestarsi, sia esso un liuto o un albero che permette di sentire il vento.

Anche l’invisibile intorno a noi ha un suo corpo.
Il corpo di tutti i corpi è L’AKASHA.
L’Akasha è lo spazio dentro e fuori di noi. E’ il collante tra il nostro “io” e tutto l’universo.
Immagina due pianeti che viaggiano alla velocità della luce e si scontrano.

Cosa accade?

L’impatto è di tale potenza che diventano invisibili e non lasciano traccia neanche di un granello di polvere.
Ma se l’energia non si crea ne si distrugge ma si trasforma, allora la massa di energia/materia/pianeta si è trasformata in materia invisibile.

La materia invisibile.
E così noi tocchiamo e siamo toccati dalla materia invisibile. Lo facciamo continuamente ma non ce ne accorgiamo, a meno che si manifesti come una brezza di aria fresca o calda. La chiamiamo brezza o vento e continuiamo la nostra vita.
La brezza o vento non è l’akasha (spazio dentro e fuori di noi) ma sentiamo una materia che ci colpisce o accarezza. Grazie all’akasha che sostiene il vento o la brezza essi arrivano a noi; ci tocca e la tocchiamo.

Con il nostro corpo/mente e la pratica della meditazione Possiamo sperimentare l’akasha in modo continuo e armonioso.
Più sperimentiamo l’akasha con la pratica della meditazione, più vediamo la sua natura di luce chiara di miliardi di miliardi di puntini luminosi dentro e fuori
di noi. Puntini all’apparenza invisibili ma che stano sempre là, dentro di noi intorno a noi e negli altri corpi che ci circondano o che noi circondiamo.

E’ la realtà manifesta più sottile che possiamo sperimentare e
condividere con noi stessi e con l’universo.
Non possiamo farne a meno.
Così come i pesci non possono vivere fuori dall’acqua, così noi non possiamo vivere senza l’akasha.
Ma l’akasha non è l’ossigeno.
Senza il corpo dell’akasha l’ossigeno non avrebbe un legante per sostenersi nell’atmosfera. Così i profumi e tutto quello che porta la natura invisibile ma tangibile ai nostri sensi.

Così anche per noi, per il nostro corpo/mente.
Noi siamo legati al tutto ed esso è parte integrante di noi. Lo vogliamo o non lo vogliamo è così. Possiamo rifiutare di sperimentare o di essere consapevole di un dato di fatto così importante.
Per i più è quello che succede, ma questo non toglie che siamo ugualmente legati e siamo tutt’uno con l’universo.
Tutto quello che accade ci appartiene e gli apparteniamo.
Con lo Hatha-Yoga e la consapevolezza del corpo/mente il meditante sperimenta l’akasha con se stesso e con gli altri.
Con il respiro il meditante sperimenta il prana (particelle infinitesimali). Anche il prana si sostiene grazie all’akasha. Il prana è l’elemento più sottile che possiamo respirare. Nel capitolo “Il respiro” ho spiegato come sperimentare e
fare uso del prana per sostenere la meditazione.
Adesso vi spiego come fare uso del corpo/mente per la meditazione.
Le base dello hatha yoga sono le posture (asana) e la consapevolezza di queste.
Le posture sono consequenziali: se si assume una postura in avanti, la successiva deve essere indietro. Così se la postura è rivolta verso l’alto la successiva è verso il basso. Bisogna visualizzare la postura per alcuni secondi, giusto il tempo per pensare al flusso di energia (prana) che scorre per il corpo in quel movimento e nel suo stato di quiete.

Le posture potete inventarle voi stessi. Potete sollevare le braccia e poi abbassarle, fare lo stesso con le gambe, con il corpo intero, e poi fare di tutto o non fare niente, restare calmo/a e pensare alla postura in quell’istante. Non serve altro.
In ultimo sdraiarsi a terra come ho spiegato nel capitolo “il respiro” e rilassarsi con il respiro a pancia.
A un meditante non occorre niente di più.
Camminare lentamente sentendo lo spazio dentro e fuori di noi è un ottimo esercizio di hatha yoga.
Stare semplicemente in piedi, seduto o sdraiato e sentire il proprio corpo e la sua postura nello spazio è un buon esercizio di hatha yoga. Come sentire lo spazio fuori e dentro di noi in piedi a occhi chiusi/aperti.
Anche nuotare o stare nell’acqua sentendo il nostro corpo leggero è un ottimo esercizio di hatha yoga. Anche nella vasca da bagno o nella doccia.

Sorridete quando prendete consapevolezza della vostra
postura(asana).
Sorridere aumenta la vostra adrenalina in modo armonioso nel vostro corpo/mente. Sorridere sempre è una buona cosa per noi e per gli altri.

Un ultimo esercizio da non disdegnare è immaginare una postura fatta da un’altra persona (dal vivo o in un’immagine) e immaginare a occhi chiusi che la si sta facendo in prima persona. Visualizzate la postura e l’energia che fluisce
dentro di voi. Sembra una cosa fasulla ma non lo è affatto. Dopo un po’ sentirete che la cosa sta accadendo e il vostro corpo/mente ne è pienamente consapevole e trae beneficio come una esperienza “vera”.

Sorridete sempre.
Non vi sto invitando a diventare dei contorsionisti da circo o qualcosa di simile.
Ci sono tante di quelle scuole di hatha yoga in giro da destare sorpresa di quanto le persone siano attratte da una tale disciplina.

A un meditante non serve tutto questo. A un meditante serve stare bene con il proprio corpo/mente in modo armonioso, senza crearsi delle frustrazioni perché non ha alcun desiderio di intraprendere una tale disciplina, per qualunque motivo esso sia.
Poi, se vuoi assumere delle posture di una qualsiasi scuola e seguire una tale disciplina va bene lo stesso, purché questo non ti distragga dalla propria strada: la meditazione.
Molti pensano erroneamente che prima di meditare bisogna dominare le posture/asana, poi la respirazione/pranayama e per ultimo dopo anni di pratica inoltrarsi nella meditazione.

Niente di più sbagliato.
La meditazione  e  trascendere  è la prima cosa che bisogna sperimentare e vivere. Tutto il resto, alimentazione, posture,
respirazione e chi più ne ha più ne metta, viene dopo o può anche non venire mai.
La meditazione è il perno centrale, tutto il resto è contorno, utile il più delle volte se non viene vissuto come una ideologia esistenziale.

Molto importante per il meditante è il nutrimento.
L’alimentazione non è solo mangiare. Mangiare è importante per il corpo/mente e da lì la ricerca dei sapori che nutrono il corpo e danno soddisfazione alla mente simultaneamente.
Mangiare sano è importante.
Un meditante divide il cibo in tre qualità.
Luminosa: Satva
Media: Raja
Oscura: Tamas

Cibi Luminosi sono: la frutta. Il latte e derivati freschi, il miele, la verdura e tutto quello che cresce alla luce del giorno e prodotto dalla terra o attraverso essa senza togliere la vita. Questi sono nutrimento luce e così entrano e
rimangono nel nostro corpo/mente.

Cibi Medi sono: i legumi secchi, la frutta secca e altri alimenti che crescono sotto terra tipo patate, carote, radici varie tipo aglio, cipolla, ginseng.
Questi cibi una volta cucinati al fuoco/calore/acqua acquistano le qualità luminose. Alcuni, tipo la frutta secca lo diventano anche solo con la masticazione.

Cibi Oscuri sono: tutte le carne macellate, bianche e rosse. Il pesce, le uova, il molluschi e i funghi.
Le carni bianche, le uova e il pesce cucinati diventano di qualità media. La carne rossa, i molluschi e i funghi mai.
Cosa vuol dire tutto questo, dobbiamo diventare vegetariani o vegan?

Non necessariamente.
Non è importante quello che si mette in bocca ma quello che ci esce dalla bocca.

Le parole e il pensiero che manifestiamo sono importanti.
Non si vive solo di pane o di ciò che ingeriamo.
L’alimentazione è un argomento molto vasto.
Mangiamo vedendo un film, leggendo un libro, guardando una mostra, un paesaggio, etc.
Mangiamo ascoltando gli altri e ascoltando noi stessi.

Il meditante mangia se stesso. Mangiando se stesso non fa male a nessuno e compie la più grande delle alchimie. Il meditante si auto-consuma nella sua pratica e mangiando se stesso mangia il suo dialogo interiore. Sapendo questo
il meditante mastica lentamente e insaliva il cibo bene per poterlo digerire e trasformare in energia creativa.

Il meditante mangia la carne e pensa che suo dovere è farla diventare luce dentro se stesso. E così accade.

Il meditante beve acqua, vino e altri liquidi sapendo che vengono dalla stessa fonte.

Il meditante non discute se è bene o male fare questo o altro. Il
meditante è in continuo divenire e lo stesso accade in quello che mangia, beve, ascolta, vede, guarda ma non subisce.

Un meditante è distaccato da quello che fa, evita una cosa e ne sceglie un’altra per il suo bene ma soprattutto per il bene di tutti. Se lui sta bene, questo è l’inizio di un mondo migliore.

Per un meditante la chiara luce è ovunque anche al buio. Per questo lui discute poco delle posture, degli alimenti e di tanto altro che lo distrae dal suo intento.

Il meditante è sempre nella postura/asana giusta perché sta bene con se stesso sempre.
Così anche tu.

Puoi visualizzare questo video fatto da me stesso.
E’ un ciclo di asana completo che non ti prende più di dieci minuti.

 

Grazie

 

 

 

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